I am so sorry but I have to start writing in Italian as I have to tell you my “love story” with London city,
so I need to use my mother tongue language to describe at its best my feelings .
I will try to add an English translation to my next Italian posts so that you could read them too and shring my emotion, if you like to.
Let’s start….
Once upon a time….
C’era una volta…
trent’anni fa ,una ragazza di diciannove anni che voleva andarsene dalla sua piccola città di provincia per vivere in una metropoli chiamata London.
Come cantava una canzone di Lucio Dalla di quei tempi ” …e senza ali e senza rete, volò via..” verso il cielo senza prendere fiato solo chiudendo gli occhi e aspettando che l’aereo decollasse lasciando a terra tutti quelli che fino a un momento prima avevano rappresentato tutta la sua vita e il suo piccolo mondo sicuro.
Laggiù sotto ,minuscola come una puntina da disegno, era rimasta la sua famiglia ma anche il tipo di cui si era innamorata e che poi l aveva tradita con la sua migliore amica e da cui voleva scappare per non vederseli più intorno.
London non era solo una città studiata sui libri in Inglese , per lei rappresentava la pura libertà : di azione , di pensiero , di vestirsi e pettinarsi come voleva, di frequentare discoteche e visitare musei , caffè, librerie,ristoranti,mercatini,di scendere e salire sui bus doppi e nel suo ventre dentro la metropolitana …di respirare finalmente un’aria più grigia della sua Toscana ma sicuramente più leggera e variopinta.
Una quasi ventenne a London con il cuore in mano, la valigia con le ruote che fischiano come un nugolo di uccellini,le mani sudate ,la lingua incollata al palato , saliva inesistente , occhi mobili come quelli di un uccellino fuori dal nido e un biglietto stropicciato in tasca , l ‘indirizzo del collegio dove sarebbe andata a stare.
“ Devi prendere solo i taxi gialli, mi raccomando, gli altri sono tutti abusivi!”
Così le aveva detto una sua amica ,appena rientrata dagli States ,perciò rimase allibita davanti alla lunga fila di taxi neri che attendevano di fronte alla fermata del aerobus che l aveva portata nel cuore di London.
Guardava e riguardava ma di colore giallo nemmeno l’ombra , si fece coraggio e ne prese uno nero e pregò tutto il tragitto che non la portasse in un quartiere malfamato invece che al pensionato di suore dove era attesa quella sera proprio in una traversa di Marylebone Street .
Il college era in una posizione centralissima , unico neo il fatto che la sera chiudeva le porte alle undici :come avrei fatto a vedere i concerti?ad andare alle feste?la libertà di cui tanto avevo bisogno sembrava venir meno quindi, appena possibile l’avrei cambiato con un alloggio senza orari di chiusura!
Ricordo la prima cena : il famigerato Mc Donald’s visto solo nei film e alla TV che si trovava proprio dietro l’angolo .
Mi fecero una domanda che a cui non seppi rispondere , aspettai prima di pagare cercando di capire cosa volessero sapere da me finchè poi sfinita dalla fame e dalla stanchezza mi feci avanti e pagai senza rispondere.Mi accorsi poi che ‘ era gente che usciva e gente che restava a consumare dentro : capii la domanda allora era , “mangi qui o porti via?” chissà io se potevo stare dentro ? allora mi misi davanti alla porta d’entrata in piedi così sarei stata subito pronta ad uscire se me mi avessero intimato di uscire.
Nessuno mi degnò di uno sguardo e così cominciai a capire quanto bello fosse non essere considerata, squadrata per come sei vestita, pettinata,truccata. La bellezza di poter essere come ti pare e non sentire il giudizio degli altri sulla pelle.
Il mio primo assaggio di London era squisito e non solo per il connubio tre maionese e patatine fritte……
Che storia fantastica! Povera te aspettare i taxi gialli….
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infatti…immaginati che paura che avevo!!
poi mi feci coraggio e via…
tra poco continuerò il racconto è stato il periodo più bello della mia vita voglio condividerlo con tutti!
buon anno cara!
xxxx
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